La nuova frontiera della nutrizione delle piante guarda anche al passato

10/05/2019

(Fonte FreshPlaza, a cura del Dott. Maurizio Simone)
Dal secondo dopoguerra in poi, la chimica ha cambiato il modo di intendere la vita e l’agricoltura. Soluzioni a rapido effetto come le concimazioni azotate o fosfatiche o le concimazioni invernali di binari o ternari, seguite dalle ormai consuete fertirrigazioni hanno creato soluzioni interessantissime, ma, spesso, a scapito dell’equilibrio di gestione del suolo e dell’ecosistema.

Ecco dunque che si è assistito al depauperamento del terreno e sono cresciuti squilibri fisiologici, oltre ad essere comparse o aumentate malattie del colletto, radice o tronchi.

Anche sulla gestione dell’irrigazione spesso si è passati da sistemi non irrigui a sistemi altamente tecnologici, superutilizzati, con eccessi idrici. Un esempio classico che rende l’idea di questo super impiego di acqua è l’aumento di malattie collegate all’umidità relativa, come oidio o marciumi, aggravate da microclimi modificati, dovuti a coperture in plastica o strutture a volume piuttosto che a spalliera.

Ormai da qualche anno si studia però come invertire la tendenza di depauperamento del suolo e si studiano sia i microrganismi che i sistemi di non cultura e minimum tillage (arature leggere) per render nulle o minime le azioni di impoverimento del suolo, al fine di facilitare il ripristino delle condizioni di fertilità.

Ma la vera innovazione sta nello studio degli apporti al suolo e alle piante di elementi fino a ieri non considerati, come selenio, silicio, cerio, cesio, e tanti altri che chiameremo nanoelementi, dei quali ancor poco si conosce la reale interferenza nei meccanismi biologici e fisiologici.

Estraendoli da fonti naturali come rocce macinate (Abomin o Caolino), essi arricchiscono il suolo, senza mai rischiare di incorrere in eccessi. Inoltre, spesso, queste rocce svolgono anche azioni fisiche quali l’assorbimento delle umidità (zeoliti o Abomin), la protezione contro le deposizioni di alcuni insetti (caolino) oltre che la protezione da raggi solari ed eccessi termici. Insomma, se si distinguono le diverse rocce macinate per contenuti (calcarei, silicei, multimimerali, …) si apre un nuovo mondo di prodotti ad azioni ancora tutte da scoprire, nonostante la storicità di impiego di alcuni di essi.

Presto ci piacerebbe anche fornire alcuni risultati scientifici in merito a quanto da alcuni anni stiamo testando in Italia, ma, come sempre, fondere sapientemente esperienze del passato alle più recenti conoscenze potrebbe portarci verso un futuro migliore di quello immaginato.

Letame e apporti di sostanza organica ed ammendanti, rocce vulcaniche intrusive, nanoelementi, concimazioni a cessioni programmate, indici di umificazione del suolo, analisi degli estratti acquosi, analisi fogliari, calcolo del bilancio della CO2, apporti irrigui combinati agli asporti reali del suolo, … sono solo alcuni dei “must” che ci prepariamo a includere nel lavoro di tecnici e agronomi nei prossimi 10 anni; mentre, in contemporanea, la difesa fitoiatrica si rinnova ogni anno con estrema complessità.

Insomma, mentre l’agricoltura evolve c’è da rimanere con un piede ben ancorato al passato per recuperare valide soluzioni che s’immaginavano superate.

Contatti:
Dott. agr. Maurizio Simone
Tel.: 333 5929981
Email: maurizio.simone@doctorfarmer.it
Doctor Farmer srl
Web: www.doctorfarmer.it
Skype: doctorfarmer
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Data di pubblicazione: Thu, 10 Mar 2016

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